Cappella Maggiore
Antico paese agricolo alle falde del monte Cansiglio ai confini del territorio con la Regione Friuli, Cappella Maggiore conserva un ricco patrimonio di tradizioni, dall’architettura rustica alla gastronomia fondata sui prodotti dell’agricoltura e della caccia. Un tempo luogo di residenza estiva di signori veneziani, nel comune si trovano belle e preziose chiesette, Ville Venete e i ruderi di una antica torre longobarda, ultimo residuo di un sistema difensivo di fortificazione a protezione della pianura. Numerosi sentieri e passeggiate nei boschi circostanti. Paese natale di illustri personaggi: Regina Dal Cin, Don Giovanni Brescancin, Erminio Soldera, Luigi Cillo, Giuseppe Garbellotto, Antonio Furlan, Mario Dal Fabbro.
Ancient agricultural town located on the feet of Cansiglio mountains, on the borders to the Friuli region, Cappella preserves a rich patrimony of traditions, from the rustic architecture to the gastronomy founded in the products of agriculture and hunt. One time this town was the summer residence of venetian gentlemen, in fact in the territory there are venetian Villas. There are also beautiful and precious churches and the rests of an old longobard tower. There is the possibility to undertake walks along tracks in the surrounding woods. Cappella Maggiore is the birthplace of renowned people: Regina Dal Cin, Don Giovani Brescancin, Erminio Soldera, Luigi Cillo, Giuseppe Garbellotto, Antonio Furlan, Mario Dal Fabbro.
Cappella Maggiore ist ein altes Landdorf am Fuße des Cansigliobergs an der Grenze zur Region Friaul Julisch Venetien. Es hat ein reiches Kulturgut und viele Traditionen, eine ländliche Architektur und eine typische Gastronomie. Die Produkte dieser Gegend sind mit der Landwirtschaft und der Jagd verbunden. Das Dorf war in der Vergangenheit die Sommerresidenz der venezianischen reichen Familien, deshalb befinden sich in der Gemeinde wertvolle Kirchen, venezianische Villen und die Überreste eines alten langobardischen Turms, letztes Teil des Verteidigungssystems in der Ebene. Zahlreiche Wanderwege ermöglichen entspannende Wanderungen in den Wäldern. Das Dorf ist der Geburtsort von bekannten Persönlichkeiten: Regina Dal Cin, Don Giovanni Brescacin, Emilio Soldera, Luigi Cillo, Giuseppe Garbellotto, Antonio Furlan und Mario Dal Fabbro.
Luogi d’interesse:
Parrocchiale di S. Vito e S. Modesto
Periodo:
Periodo compreso tra il 1768 e il 1787.
Descrizione:
Al suo termine, nel 1787, la chiesa parrocchiale dedicata ai SS. Vito e Modesto era ancora purtroppo priva dell’elegante facciata, che si presume sia stata elevata successivamente, in vista della consacrazione avvenuta nel 1830. Il portale d’ingresso con piccolo fronte sopra il quale in posizione di tutto rilievo c’è un grande rosone introduce nell’aula a navata unica, con le pareti laterali scandite da ampie nicchie separate da lesene che sorreggono la cornice marcapiano, estesa fino alla zona del presbiterio.
La storia:
Nel 1569 la chiesetta di Anzano, frazione separata dal Borgo di S. Apollonia dal centro di Cappella Maggiore, era ancora dipendente dalla Pieve di S. Andrea. La primitiva chiesetta possedeva già un altare maggiore ornato dalla pala di Francesco da Milano, con il titolare S. Vito a sinistra, contrapposto al patrono della diocesi, S. Tiziano, a destra. I preparativi per l’attuale nuova chiesa parrocchiale, spostata rispetto alla vecchia chiesa, ebbero inizio fin dal 1768 e furono portati a termine nel 1787.
Chiesa di S. Maria Maddalena
Periodo:
Edificata alla fine del XV secolo
Descrizione:
La chiesa è di tipo basilicale a tre navate. Sulle pareti della navata centrale, entro cornici circolari di stucco negli spazi compresi tra un arco e l’altro, sono stati affrescati i quattro Evangelisti. Sul soffitto, entro tre riquadri con cornici di stucco ad andamento mistilineo, sono invece stati affrescati, al centro, la “Glorificazione di S. Maria Maddalena”, la titolare; verso l’ingresso “Il sacrificio di Abramo” e verso l’altare “La Trasfigurazione” di Gesù. Nella controfacciata è da ammirare l’affresco “Ascensione”. Bene conservato sul soffitto del presbiterio l’affresco con il tema “Noli me tangere” in cui Cristo risorto appare alla Maddalena, peccatrice pentita e perciò prostrata ai suoi piedi. Di un certo rilievo è infine il Padre Eterno dipinto nella lunetta dell’abside entro un medaglione di stucco a conchiglia, vago ricordo dello stile rococò.
La storia:
Costruita alla fine del 1600 e ampliata con i lavori eseguiti tra il 1863 e il 1875.
Il Castelletto
Periodo:
Databile intorno al IV e V secolo d. C.
Descrizione:
Il Castelletto, di cui oggi rimangono solo i resti, era un tempo collegato con le altre costruzioni longobarde del luogo e con la chiesa “Santissima” o “Mattarella” dall’antica strada panoramica collinare denominata “Valeria”, di probabili origini paleovenete, della quale esiste tuttora un breve tratto. Alcuni scavi effettuati lungo i percorsi di queste vie hanno permesso di portare alla luce numerosi reperti storici. Diversi indizi fanno inoltre presumere che dal Castelletto partissero dei collegamenti sotterranei per garantire la comunicazione e vie di fuga verso le altre fortificazioni del luogo.
La storia:
Intorno al IV e V secolo d. C. a seguito delle continue invasioni di barbari e altre popolazioni sorgevano sulle colline della zone fortezze e castelli dai nomi suggestivi: Castello di Re Matrucco, Castrum Theodorici e, sulle colline di Cappella, l’antico Castelletto. Il Castelletto, oltre che punto strategico di controllo del territorio, diede rifugio durante le invasioni barbariche, durante le incursioni degli Ungari e cinque secoli dopo dei Turchi. In particolare, a seguito dei danni causati dagli Ungari, fu ricostruito nel X secolo d. C.
Chiesa della S. Trinità (Mattarella)
Periodo:
Databile intorno al VIII – IX sec. d. C. , in epoca ancora barbarica Franco-Longobarda.
Descrizione:
La chiesa della S.S. Trinità è detta anche della Mattarella dal nome di un antico proprietario del fondo. Fu costruita e dedicata alla S.S. Trinità degli Arimanni cattolici, guerrieri Longobardi. Il pilastrino che sorregge la pila dell’acqua santa è tipicamente longobardo, come di stampo barbarico-bizantino risulta essere l’affresco portato alla luce nel 1949 di m 6 x 3. Di autore ignoto, questa “Ultima cena” è databile intorno al XI secolo d. C. ed è stato portato a restauro conservativo dalla Sovrintendenza nel 1952. Il ciclo pittorico che orna l’arco trionfale ed il presbiterio è sicuramente uno tra i più interessanti esempi, nell’area pedemontana trevigiana e friulana, delle cosiddette “Bibbie dei poveri” incentrate sul tema cristologico in perfetta integrazione tra il Vecchio e il Nuovo Testamento. Fra i numerosi affreschi eseguiti nel 1600 che ornano la chiesa citiamo la “Madonna del Melograno” di Antonello da Serrvalle, “Apostoli ed Adorazione dei Magi” e la “Crocifissione” di Antonio Zago e “Arco trionfale” di Antonio Gner.
La storia:
La chiesa venne edificata in epoca barbarica. A testimonianza di ciò, nel 1949 è stato scoperto sull’unica parete rimasta della chiesa primitiva un affresco barbarico-bizantino. Fu proprio in occasione dei lavori di restauro generale della chiesa, effettuati nel 1952, che vennero scoperte anche le tipiche pavimentazioni e fondamenta a pianta rettangolare con piccola abside dell’antica “Capella campestris” , da cui deriva il nome di Cappella Maggiore, edificata com’era d’uso dai longobardi alla periferia delle città di un tempo.
Frazioni: Anzano