Farra di Soligo

 

ita Comune adagiato ai piedi delle Prealpi Trevigiane, in un territorio in parte collinare ed in parte pianeggiante, nella zona dei vini bianchi, Farra di Soligo vanta origini antiche, in particolare notevoli sono le testimonianze longobarde. In epoca altomedievale, il territorio era costituito da due feudi: quello di Farra a oriente e quello di Credazzo a occidente. Quest’ultimo presentava un castello, risalente al IX-X secolo, di cui purtroppo oggi rimangono solo le torri di Credazzo, visibili tra i vigneti di Prosecco. Oggi il paese è un importante centro industriale specializzato nei settori del mobile, meccanico, alimentare e vitivinicolo, e un interessante centro turistico dalle numerose ville venete e dagli antichi oratori e chiesette disseminati sui colli e nelle frazioni di Soligo e Col San Martino. Molti visitatori sono attirati dalle varie manifestazioni organizzate ogni anno in primavera (Mostra del Prosecco DOC, Mostra della Fragola e dell’Asparago, …) e in autunno (Festa dell’Uva, Festa di San Martino, …) nonché dalle frequenti sagre paesane e patronali.

ing The town is set at the foot of the Prealpi Trevigiane, in a territory partly hill and partly flat in the district of the white wines. Farra di Soligo has ancient origins and in facts, there are lots of Langobardic evidences. In the Early Middle Ages the territory was divided in two fief : the one of Farra in the east, and the one of Credazzo in the west. In this last fief there was a castle dated back to IX – X century. Of that castle, unfortunately, remains today only the “Torri di Credazzo”, and they can be seen through the prosecco vineyards. Nowadays the town is an important industrial centre especially for furniture, mechanical industry, food and wine. It is also a very interesting tourist resort, which offers many “Ville Venete”, ancient oratories and small country churches scattered on the hills and in the hamlets of Soligo e Col San Martino. Many visitors are attracted from the various events which take place in spring and autumn, like the “Mostra del Prosecco DOC”, “Mostra dell’ Asparago e della Fragola”, “Festa dell’Uva” and “Festa di San Martino”, and moreover from the frequent country and patron’s festivals.

ted Die Stadt liegt in einem Gebiet, das teilweise Hügel und teilweise flach ist, an den Fußen den Prealpi Trevigiane im Bezirk von den Weißweinen gesetzt. Farra di Soligo hat alte Ursprünge und eigentlich gibt es vielen langobardische Beweise. In der Frühen Mittel Alter wurde das Gebiet in zwei Lehen geteilt: Farra im Osten und Credazzo im Westen. In diesem letzten Lehen gab es eine Burg aus IX – X Jahrhundert, deren heute nur die “Torri di Credazzo” bleiben, die man durch die Prosecco Weinberge sehen kann. Heutzutage ist die Stadt eine wichtige industrielle Zentrum besonders für Möbel, mechanische Industrie, Speise und Wein. Es ist auch ein sehr interessantes Reiseziel, wo man viele Venetischen Villen, alte Oratorien und kleine Länderkirchen, die auf den Hügeln und in den Dörfchen von Soligo e Col San Martino verstreut sind, bewundern kann. In Farra di Soligo finden wichtige Veranstaltungen statt: im Frühling, erinnert man “Mostra del Prosecco DOC”, und “Mostra dell’ Asparago e della Fragola”; im Herbst “Festa dell’Uva” und “Festa di San Martino”. Farra di Soligo ist leicht erreichbar von vielen Landstraßen von Pieve di Soligo, Follina, Conegliano und anderen örtlichen Städten. Es befindet sich auch den Reiseweg entlang von “Strada del vino Prosecco”(Prosecco Weinstrae)”

Luogi d’interesse:

Chiesa di Santo Stefano

Periodo: XII secolo.

Descrizione:
Si trattava dell’edificio di culto di un insediamento infeudato a qualche famiglia nobile, la quale di solito provvedeva anche alla costruzione di un oratorio per le sacre funzioni. La chiesa oggi si presenta con un’unica navata in stile rinascimentale-barocco. Molte delle pregevoli opere d’arte di cui era adornata si trovano oggi nella nuova parrocchiale. Pregevole è il battistero in legno di Antonio Bellucci da Soligo raffigurante il Battesimo di Gesù e l’Annunciazione. La torre campanaria, alta 32 metri dalla base alla croce, è in stile barocco e risale ai sec. XVI-XVII. Nel ‘700 la chiesa aveva cinque altari sotto i seguenti titoli: S. Stefano, Beata Vergine del Rosario, S. Giuseppe, S. Antonio abate, S. Carlo. Contiene ancora tre dipinti ad affresco in cattivo stato di conservazione di Giovanni Carlo Bevilacqua, datati 1823-1824, intitolati Madonna del Rosario, i Santi Antonio da Padova, Antonio abate e Luigi Gonzaga, il Transito di S. Giuseppe. Esisteva anche un gonfalone di Paris Bordon, ora custodito nel Museo diocesano di Vittorio Veneto. L’affresco del Martirio di S. Stefano è sulla parete sinistra del presbiterio.

La storia:
La prima attestazione si ha nel 1225, ma la costruzione è avvenuta nel XII secolo. La chiesa, più volte restaurata tra Cinquecento e Settecento, è parrocchia già dal XIV secolo. Nell’800 venne ampliato anche il coro, ma nei primi anni del ‘900 si avviò la costruzione della nuova parrocchiale, senza demolire la vecchia chiesa che si trova dietro l’abside del nuovo edificio

Chiesa di San Giorgio

Periodo:

Anteriore al Mille (ora demolita).

Descrizione:
Ex parrocchiale, la costruzione dominava il Borgo Rialto, uno dei primi nuclei abitativi di Farra, e risaliva a prima del Mille. Il campanile massiccio aveva l’aspetto di una torre fortificata e la pregevole pala del Pordenone dedicata a San Giorgio e il drago è ora conservata al Museo diocesano di Vittorio Veneto. Secondo l’antico rito cristiano, essa aveva l’abside rivolto ad Oriente e la facciata a Ponente. Nel ‘700 conteneva tre altari: il maggiore dedicato a San Giorgio, uno a San Giovanni Battista e uno a Sant’Antonio da Padova. La chiesa aveva una pala di Paris Bordon del 1542.

La storia:
La prima attestazione si ha nel 1326 e nel 1396 si ha notizia del cimitero che la circondava. E’ stata purtroppo demolita nel 1938.

Chiesetta della Madonna del Broi

Periodo:
Epoca medievale.

Descrizione:
Situata nella località Broilo, attuale cimitero di Farra di Soligo, oggi è dedicata alla Madonna della Neve. Nel passato era meta di pellegrinaggi nei periodi di siccità. Il campanile forse era un’antica torre di difesa. La tela della Madonna col Bambino, oggetto di devozione popolare e opera di un pittore sconosciuto (ma legato forse alla scuola raffaelliana), è custodita presso il Museo diocesano di Vittorio Veneto. Gli affreschi della facciata sono ricoperti da intonacature successive e la chiesetta aveva un solo altare dedicato alla Beata Vergine.

La storia:
Come testimonia il campanile risale all’epoca medievale. Una prima attestazione della sua esistenza si ha nel 1326.

Oratorio di San Tiziano

Periodo:
Origini antiche.

Descrizione:
Al suo interno c’è una pala di Palma il Giovane, la quale raffigura la Madonna in trono col Bambino e i Santi. Il Bambino, sorridente, si copre con un lembo di velo della Santa Madre e ai lati del trono due schiere di angeli si esortano alla lode e alla preghiera. Nella composizione anche S. Urbano papa, San Marco Evangelista e San Tiziano, tutti con in mano i loro simboli iconografici in modo da essere riconosciuti: S. Urbano con una croce e una nube, S. Narco con la penna e il libro del Vangelo, S. Tiziano con pastorale, il piaviale e una stola incrociata.

La storia:
Pare che l’oratorio, di origine antichissima, sia stato eretto dalla popolazione in seguito a un voto fatto a San Tiziano per la liberazione da una pestilenza. Fu restaurato nel corso dell’Ottocento, precisamente nel 1861, dalle parrocchie di Pieve, Falzè, Sernaglia e Soligo.

Torri di Credazzo

Periodo:
XII-XIII secolo

Descrizione:
Il nome di Credazzo (da creda, ovvero creta, argilla) si deve alla caratteristica terra argillosa. Struttura difensiva con tanto di curtis, ovvero di centro organizzativo e gestionale del territorio, era circondato da abitazioni in legno che costituivano l’abitato della Villa Credacii e dalla chiesa di San Lorenzo. Il castello si articolava in tre torri congiunte da una muraglia, sulla quale era possibile il passaggio delle sentinelle e che coniugava esigenze abitative e difensive.

La storia:
Appare per la prima volta nel 1233 come possesso della potente famiglia dei Da Camino. Il castello passa poi, a seguito di complicati passaggi ereditari, alla famiglia Collalto fino alla distruzione delle torri (avvenuta nel 1413 ad opera del condottiero fiorentino Pippo Spano, assoldato dagli Ungari contro Venezia).

Note:
Dentro le sue mura, nel 1243, nacque Guecellone VI Da Camino, il cui figlio Tolberto II sposerà Gaia, ricordata da Dante nel XVI canto del Purgatorio nella Divina Commedia.

Chiesa di San Lorenzo

Periodo:
Anteriore al 1210.

Descrizione:
Situata sul colle a sud del castello di Credazzo, reca un’iscrizione sul portale d’ingresso.

La storia:
La chiesa viene citata per la prima volta nel 1210. In origine era una cappella castrense, che risultava dotata di cimitero, mentre dal 1442 venne unita alla chiesa di S. Stefano.

Castello San Bellino

Periodo:
Inizi ‘700

Descrizione:
Nella sala del teatro ci sono delle colonne romaniche e nelle adiacenze sono venute alla luce stupende pavimentazioni a mosaico, poi di nuovo interrate.

La storia:
Il castello è stato fortificato dai Domenicani agli inizi del XVIII secolo come abitazione claustrale, utilizzando antiche fondamenta. Le colonne della sala del teatro recano però la data del 1569.

Palazzo Vedovati (sede ENAM)

Periodo: Inizi del XX secolo.

Descrizione:
Oggi il palazzo è casa di soggiorno ENAM (Ente Nazionale Assistenza Magistrale) e domina con la sua mole e bellezza il centro di Farra di Soligo.

Casa Savoini

Periodo:
XIV secolo

Descrizione:
Situata ai piedi del colle di San Giorgio; la parte centrale della facciata si caratterizza per l’esafora ad arco rotondo con dei curiosi capitelli. Nella parte centrale è decorata sulla facciata da fregi a fresco abbastanza deteriorati, su cui sono inseriti alcuni pannelli in terracotta raffiguranti le Storie di Andromeda, esposta al mostro di Arianna abbandonata, riferibili alla seconda metà del Cinquecento. Questa decorazione dalle cartelle sansoviniche e dai

caratteri pittorici attribuibile alla scuola del Pordenone, forse di Pomponio Amalteo, appartiene alla seconda metà del ‘500. Nelle vicinanze si trova un fabbricato, antica adiacenza della villa, con elegante loggia ad archi tondi del XVI secolo. Denominata anche “municipio vecchio”, la casa ha affreschi d’epoca mal conservati.

La storia:
Come si vede dalla trifora sulla parte sinistra della facciata e da alcune decorazioni policrome nel sottoarco del portico, la casa risale al XIV secolo. Fu rimaneggiata in parte nel XVI secolo.

Villa Caragiani-Ricci

Periodo:
XVIII secolo

Descrizione:
Edificio settecentesco in stile palladiano con parco e chiesetta annessa, situato in bella vista su una collina. Un tempo ricca di serre e pescheria, oggi la villa si presenta con facciata a colonne ampia scalinata. Sul frontone e agli angoli del tetto si conservano delle magnifiche statue. Sul portale d’ingresso, sul frontone della facciata e sulla chiesetta sono ancora visibili gli stemmi di famiglia.

La storia:
La meridiana sulla fronte principale reca la data 1737.

Parrocchiale di Farra di Soligo

Periodo:
1912

Descrizione:
La chiesa si presentava fino a qualche anno fa piuttosto spoglia quanto ad arredi sacri. Alcune opere vi sono poi state trasferite da altri oratori. L’antichissimo crocifisso dell’altar maggiore proviene dalla vecchia chiesa di San Giorgio. Dalla chiesa di S. Stefano provengono due angeli dorati del Cadori, la statua dell’Immacolata e l’altare di Sant’Antonio, opere di Rungaldier della Val Gardena. Dalla stessa chiesa, dove ricopriva un affresco del Bevilacqua, proviene la tela di un autore ignoto che oggi orna la parete sinistra del coro, la Madonna

del Rosario con S. Domenico e S. Rosa.

La storia:
Non è possibile conoscere la data dell’erezione di Farra in parrocchia. La chiesa di Santo Stefano fu parrocchiale fino al 1955, sostituita poi da quella attuale.

Tempietto di Santa Maria delle Grazie

Periodo:
1885-1887

Descrizione:
Il tempietto è in stile gotico e racchiude un affresco del Bellucci che era custodito nella precedente chiesetta; raffigura una Madonna col Bambino incoronata da due cherubini, ai cui piedi due spiriti celesti reggono una pergamena con un’invocazione di protezione.

La storia:
Sostituisce l’antica cappella dedicata a Maria delle Divine Grazie, demolita per far spazio alla nuova strada per Farra e per compiere il voto fatto dalla popolazione alla Madonna in occasione dell’epidemia di colera del 1855 che aveva già colpito i dintorni di Soligo. Nel 1859 vennero aggiunti la sacrestia, il piccolo campanile e gli ornamenti.

Chiesa di Santa Maria Nova

Periodo:
1350

Descrizione:
Detta la Chiesuola, si tratta di un edificio in sassi a una sola navata con tetto a due falde e sul lato sud un porticato in legno, a protezione degli affreschi della parete esterna. L’originaria struttura ad aula unica fu interrotta nel XVIII secolo da tre archi su esili colonne in pietra tenera. All’interno la chiesa conserva una serie di affreschi appartenenti a varie scuole emiliane del XIV secolo. Contemporanei all’erezione della cappella sono il Cristo passo e la teoria di quattro figure di Apostoli, sulla parete di fondo del presbiterio. Seguono nella parte sud la Decollazione di S. Giovanni Battista, la figura femminile orante e la Madonna col Bambino. Nella parete nord invece ci sono San Prosdocimo, S. Giustina e S. Stefano, S. Antonio abate, S. Leonardo, forse S. Martino di Tours, S. Giorgio e S. Caterina d’Alessandria. L’immagine di Santa Lucia posta a lato della porta d’ingresso è attribuita ad Antonio da Meschio, attivo in zona alla metà del ‘400, mentre il frammento di S. Martino e il povero apparterrebbero al maestro della cappella Galletti. La Madonna col Bambino in trono è opera, secondo il critico Fossaluzza, di Giovanni di Francia o della sua bottega. Da ammirare anche tre stemmi del Trecento, un affresco di S. Antonio abate, una Pietà e una Madonna col Bambino all’esterno della parete sud.

La storia:
Costruita dopo la peste del 1348. L’aggettivo nova può indicare la precedente esistenza di un’altra chiesa, forse distrutta nelle lotte dei Caminesi contro il comune di Treviso, oppure la distinzione necessaria dalla chiesa del locale ospedale di Santa Maria dei Battuti. Il fondatore affidò la cappella ai Gerosolimitani fino al 1359 e questo spiegherebbe la presenza di santi di cui era devota la famiglia Collalto (S. Giorgio, S. Eustachio, S. Caterina). Nel 1871 i solighesi acquistarono la Chiesuola dagli allora titolari del giuspatronato, i conti Spineda de Cattaneis. Durante la prima guerra mondiale la chiesa subì gravi danni a causa delle artiglierie che la colpirono con una bomba, ma il danno fece emergere gli affreschi. Negli anni Ottanta e Novanta la ristrutturazione fu affidata a Fossaluzza.

Romitaggio di San Gallo

Periodo:
XIV secolo

Descrizione:
Si tratta di un piccolo oratorio in stile romanico situato sulla cima del colle di San Gallo, dal quale prende il nome. Accanto all’oratorio fu fabbricata una conveniente abitazione per gli eremiti. S. Gallo fu rappresentato nella parete di fondo della chiesa, sopra l’altar maggiore, in un affresco datato 7 agosto 1442, mentre a San Biagio fu dedicato un altare.

La storia:
Secondo la tradizione sarebbe stato eretto intorno al 1430 da frate Egidio di Lombardia, tra le rovine del castello caminese distrutto nel 1378. La chiesetta però è già citata nel testamento del 1383 di Pré Jacobino da Miane. Il campanile venne innalzato nel 1753. L’oratorio è raggiungibile dal paese attraverso una ripida strada asfaltata.

Note:
In passato il romitaggio era meta di pellegrini e vi ricevevano la benedizione i bambini che non riuscivano a dormire di notte e che venivano a “cior la son” (prendere il sonno). Veniva staccata una scheggia dalla croce di legno che doveva essere messa sotto il cuscino per assicurare il sonno.

Scuola di Santa Maria dei Battuti

Periodo:
1890

Descrizione:
Secondo quanto prevedeva la tradizione delle antiche confraternite, i locali andavano abbellitti con pitture e decori: il lavoro venne affidato al pittore G.B. Bellucci, che vi raffigurò i Santi Pietro e Paolo, Floriano e Gallo. La cura degli infermi fu affidata nel ‘900 alle suore Vincenzine del Beato Cottolengo.

La storia:
Non si conosce la data precisa di fondazione della pia confraternita di S. Maria dei Battuti di Soligo, ma con tutta probabilità si colloca tra le fine del XIII secolo e l’inizio del successivo. Il Consiglio dei Trecento di Treviso accolse favorevolmente, nel 1314, la richiesta della confraternita, concedendo che l’ospedale venisse costruito su un terreno di proprietà del comune. L’ospedale venne eretto sopra la piazza di Soligo e ad esso si affiancò una piccola chiesa con porticato. Donazioni e lasciti continuarono fino al ‘400 e nel 1544 l’ospedale era passato ai fratelli della Scuola di Santa Maria, situata presso la chiesa di S. Maria Nova. Nel 1720 l’ospedale aveva una loggia sotto la quale si svolgevano riunioni di carattere pubblico. L’edificio attuale risale al 1890: alla locale congragazione di Carità subentrò un’amministrazione autonoma e i lavori per il nuovo ospedale iniziarono nel 1908 su progetto del cavalier Speroni di Milano.

Note:
Legata alla Confraternita dei Battuti era un’interessante consuetudine praticata nei secoli scorsi: la distribuzione, la sera precedente l’Epifania, del pane e del vino ai soci che ricoprivano incarichi particolari, come quello dell’assistenza ospedaliera, di seppellimento dei morti, di raccogliere i bambini abbandonati. Questa distibuzione può essere considerata l’origine della prassi nella quale si può identificare la tradizione medievale della “cena sociale”.

Parrocchiale di Soligo

Periodo:
Documentata nel 1243

Descrizione:
Il campanile sarebbe l’antica torre di una complessa fortificazione edilizia ipotizzata e non confermata da documentazioni archeologiche sicure. Nel ‘700 la chiesa era di gusto neoclassico, ad una sola navata, su cui si aprivano sei cappelle, tre per ogni lato, con le due centrali molto più grandi delle quattro poste alle estremità verso l’ingresso e il presbiterio. L’altar maggiore deriva dalla soppressa chiesa di S. Teresa in Conegliano; le statue dei SS. Pietro e Paolo sono opera dello scultore Antonio Bianchi di Follina. La pala dell’ASSunta di Francesco da Milano, restaurata nel 1989, fu dipinta intorno al 1536 e rappresenta la Madonna in trono col Bambino circondata da angeli e dai Santi Pietro, Paolo, Floriano e Gallo. L’altare della cappella grande fu acquistato a Venezia nel 1832 e proveniva dalla distrutta chiesa di S. Angelo; nella cappella piccola la pala, donata da Janna, rappresenta la Sacra Famiglia con S. Antonio ed è opera di Luca Giordano, mentre la grande tela degli Apostoli è del Rovere. Ci sono anche opere di Bellucci e l’organo a una tastiera è del Callido, il più importante nella diocesi vittoriese.

La storia:
Da un lascito testamentario di Gabriele Da Camino del 1224, si ha notizia dell’esistenza di una chiesa dedicata a S. Biagio, distrutta insieme al castello. Si trattava di un primitivo insediamento religioso che avrà prosecuzione con la costruzione della chiesa di San Gallo. Un’altra cappella, dedicata a S. Pietro, fu il nucleo originario da cui si sviluppò l’attuale chiesa parrocchiale, documentata nel 1243 e nel 1292. Nel 1475 viene ampliata e nel 1720 restaurata. Nel 1740 la pietà del popolo era alimentata da cinque altari, dedicati ai SS. Pietro e Paolo, alla Vergine del Rosario, a S. Antonio, a S. Giovanni Battista e ai SS. Rocco e Sebastiano. Nel 1798 l’argenteria della chiesa fu presa dalla Municipalità di Cison in seguito alla caduta della Serenissima e nel 1873 fu inaugurato il busto del parroco Alessandro Janna il cui nome è legato all’abbellimento della parrocchiale e al restauro del campanile. La chiesa, benedetta nel 1925, fu consacrata il 23 ottobre 1926.

Frazioni: Col San Martino, Soligo.

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