- Questo tempo di attesa provoca in molti un senso di rassegnazione e di scoraggiamento. Nonostante tutto, lei intravede nei suoi collaboratori qualche disponibilità che induca a speranza e ottimismo?
La situazione è difficile, soprattutto dopo un anno di fermo. La Pro Loco si è un po’ scoraggiata, dobbiamo cercare un modo per riprendere le attività, anche per mantenere il gruppo unito. Senza manifestazioni, eventi, attività, la gente perde entusiasmo, perché non è coinvolta, quindi sicuramente ci dovremo reinventare e ripartire. Nonostante tutto c’è speranza.
- Quali sono le iniziative realizzate in passato, divenute tradizionali nel suo paese, che la Pro Loco intende portare avanti non appena ci saranno le condizioni favorevoli?
La principale manifestazione è la nostra festa paesana; inoltre è nostra intenzione, come già da diversi anni, collaborare con le altre Pro Loco per la realizzazione della mostra del Prosecco, prevista in primavera. È nostra intenzione riuscire a realizzarla, ma siamo consapevoli che la situazione in cui ci troviamo è una situazione precaria, quindi è difficile dare conferma della sua realizzazione. Quest’anno ci muoviamo con più precauzione rispetto all’anno scorso, quando ormai avevamo organizzato tutto e ci siamo trovati a dover annullare le manifestazioni.
- Ci sono invece delle manifestazioni che negli ultimi anni sono andate affievolendosi; che, nonostante la loro validità, non registravano più il consenso della gente e che potrebbero essere tralasciate o sostituite da altre iniziative, “progetti” nuovi, anche a lunga scadenza, che la Pro Loco vorrebbe realizzare se ci fossero le energie sufficienti?
Non ci sono manifestazioni che intendiamo sostituire, piuttosto vanno modificate quelle che negli ultimi anni non hanno riscontrato molto successo. Come ad esempio la Festa di Sant’Andrea prevista a fine novembre che, vuoi per il periodo o per altro, ha registrato un calo nei consensi e nella partecipazione. Ci siamo fatti portatori di nuove idee, e ne siamo tuttora alla ricerca.
- A suo parere, quali strumenti-metodi si possono utilizzare per coinvolgere di più i giovani nelle nostre/vostre attività?
Oggi manca il coinvolgimento dei giovani ed è necessario trovare un metodo per attirarli nelle nostre attività, magari sfruttando di più il nostro territorio. Quello che dobbiamo fare è stimolarli di più, altrimenti si interesseranno ad altro. Ci dispiacerebbe notare il disinteresse ad essere coinvolti in attività sul proprio territorio.
- Anche in ambito sociale, una necessità molto sentita oggi è quella del “fare sinergia”. La sua Pro Loco in che relazione si pone con le altre associazioni, organizzate o spontanee, che operano nel suo paese? Ha degli esempi da fornire in merito al supporto dato dalla sua Pro Loco alle associazioni o istituzioni del paese?
La Pro Loco di Colbertaldo è molto attenta su questo punto, ci teniamo a mantenere vivo un rapporto di collaborazione con le altre associazioni e istituzioni. La nostra associazione già da diversi anni collabora con Casa Maria Adelaide e con l’Asilo; partecipa all’attività del Frutto di un Sostegno Sociale; e contribuisce nella distribuzione del giornalino del Castello di Vidor, porta a porta. Il nostro è un mondo di volontari, quindi aiutare gli altri è fondamentale.
- Una trentina di anni fa è stato costituito il Consorzio Pro Loco Q. d. P. Secondo lei, è riuscito a svolgere una funzione importante per favorire le attività delle Pro Loco? Quali aspetti andrebbero rivalutati per renderlo adeguato alla nuova sfida del “dopo Covid”?
Da quando c’è il Consorzio ci sono stati cambiamenti in meglio. Il Consorzio è sempre attivo, soprattutto via web è presente e molto utile.
Credo che le varie Pro Loco abbiano giovato della possibilità di confrontarsi tra loro, di scambiarsi consigli e darsi aiuto. Inoltre c’è un costante stimolo a collaborare con nuove associazioni, in nuove attività.