PRO LOCO COMBAI – Maria Vittoria Moro

 

  1. Questo tempo di attesa provoca in molti un senso di rassegnazione e di scoraggiamento. Nonostante tutto, lei intravede nei suoi collaboratori qualche disponibilità che induca a speranza e ottimismo?

Noi certamente siamo tutti ottimisti, non vediamo l’ora che passi questo periodo. Cerchiamo di sfruttare questo momento per tenere il gruppo unito e  costruire qualcosa di nuovo per il futuro, partendo dalle piccole cose. Lavorare nel territorio non significa solo organizzare eventi e manifestazioni, ma significa ‘curare’ il territorio. In questo momento, infatti, cerchiamo di sistemare il paese, le strade, i sentieri percorribili, tutte attività che in questo momento possiamo fare e che ci permetteranno di ripartire al meglio. Tutto questo è pro loco.

 

  1. Quali sono le iniziative realizzate in passato, divenute tradizionali nel suo paese, che la Pro Loco intende portare avanti non appena ci saranno le condizioni favorevoli?

Quello che abbiamo in programma, speriamo di riuscire a realizzarlo. Per il momento, le nostre manifestazioni più grandi sono la Festa dei marroni e Verdiso; ma organizziamo anche altre manifestazioni, più piccole (come alcune attività natalizie). Ci auguriamo di riuscire a realizzare tutto il nostro programma, perché ogni singola festa, evento, manifestazione, completa la Pro Loco e ci permette di mantenere la rete sociale territoriale attiva. 

 

  1. Ci sono invece delle manifestazioni  che negli ultimi anni sono andate affievolendosi; che, nonostante la loro validità, non registravano più il consenso della gente e che potrebbero essere tralasciate o sostituite da altre iniziative, “progetti” nuovi, anche a lunga scadenza, che la Pro Loco vorrebbe realizzare se ci fossero le energie sufficienti?

La Pro Loco di Combai non ha intenzione di accantonare alcuna attività a favore di altre; quando si organizza un evento non sempre si riscuote successo, ma non per questo va abbandonato. Piuttosto si dovranno valutare altri punti di vista, innovativi, che ci permettano di allargare il nostro orizzonte. Lavorare nel territorio non deve solamente portare al guadagno, ma deve essere qualcosa che si fa anche per se stessi. Si tratta del nostro territorio.

 

  1. A suo parere, quali strumenti-metodi si possono utilizzare per coinvolgere di più i giovani nelle nostre/vostre attività?

Fortunatamente la nostra Pro Loco non ha questo problema, perchè è principalmente composta da giovani. Anzi, è nostra intenzione coinvolgere di più gli over 50.
Ogni anno c’è un turnover di giovani coinvolti nelle nostre attività; a volte possono sorgere dei contrasti tra soluzioni nuove e fresche e la tradizione, ma è proprio questo il bello. Avremo sempre l’elemento di novità. Si tratta di un’eredità straordinaria per la pro loco.

 

  1. Anche in ambito sociale, una necessità molto sentita oggi è quella del “fare sinergia”. La sua Pro Loco in che relazione si pone con le altre associazioni, organizzate o spontanee, che operano nel suo paese? Ha degli esempi da fornire in merito al supporto dato dalla sua Pro Loco alle associazioni o istituzioni del paese? 

Non abbiamo degli esempi precisi, il nostro è un paese piccolo, tutto a sé. Cerchiamo sempre di confrontarci e di collaborare con altre associazioni; e nel caso in cui si presentino difficoltà, si cerca di superarle insieme. Il confronto è importantissimo, ci permette di aiutarci a vicenda, di avere nuove idee e nuovi punti di vista. Anche perché non sempre l’esperienza risulta essere l’asso nella manica della pro loco, si possono verificare nuovi problemi. 

 

  1. Una trentina di anni fa è stato costituito il Consorzio Pro Loco Q. d. P. Secondo lei, è riuscito a svolgere una funzione importante per favorire le attività delle Pro Loco? Quali aspetti andrebbero rivalutati per renderlo adeguato alla nuova sfida del “dopo Covid”?

Da quando è nato il Consorzio, dal mio punto di vista, tutte le Pro Loco ne hanno tratto beneficio. Prima, durante l’organizzazione delle manifestazioni c’erano tante attività/aspetti che non si sapeva come affrontare, perché non si trattava di attività quotidiane; basti pensare a tutto l’iter per la pubblicazione di manifesti e striscioni. Il consorzio ha portato aiuto, ci ha dato consigli, ci ha dato la possibilità di confrontarci tra noi. Era e rimane un punto solido per le nostre Pro loco. Ha creato una rete che ci ha messo tutti in contatto, ci ha coinvolto in diverse attività (Frutto di un Sostegno Sociale), tanto da arrivare ad organizzare manifestazioni insieme, come il Panevin.  
Per quanto riguarda la nuova sfida del ‘’dopo Covid’’, purtroppo questa è una ricetta che non possiedo. È difficile fare previsioni in questo momento, sarà il tempo a mostrarci cosa fare. 

 

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