- Questo tempo di attesa provoca in molti un senso di rassegnazione e di scoraggiamento. Nonostante tutto, lei intravede nei suoi collaboratori qualche disponibilità che induca a speranza e ottimismo?
Siamo tutti in attesa di poter organizzare, per lo meno, le nostre sagre tradizionali. C’è un clima di speranza. A breve si dovrebbe tenere anche la sagra (aprile-maggio), ma non siamo ancora certi di poterla organizzare.
- Quali sono le iniziative realizzate in passato, divenute tradizionali nel suo paese, che la Pro Loco intende portare avanti non appena ci saranno le condizioni favorevoli?
Le nostre sagre più tradizionali sono la Sagra di Pentecoste, il Trail delle contrade (ossia un torneo di calcio che vede come partecipanti le varie contrade del paese) e il Processo alla vecia, anche se oramai sono due anni che non si tiene.
- Ci sono invece delle manifestazioni che negli ultimi anni sono andate affievolendosi; che, nonostante la loro validità, non registravano più il consenso della gente e che potrebbero essere tralasciate o sostituite da altre iniziative, “progetti” nuovi, anche a lunga scadenza, che la Pro Loco vorrebbe realizzare se ci fossero le energie sufficienti?
Al momento no. Abbiamo apportato alcune modifiche alla sagra, organizzando diverse attività, ma si tratta comunque della stessa manifestazione. Non ne abbiamo di nuove in programma. La nostra speranza è quella di poter tenere almeno quelle tradizionali, e poi col tempo organizzare qualcosa di nuovo. Ad esempio vorremmo predisporre qualche serata a tema.
- A suo parere, quali strumenti-metodi si possono utilizzare per coinvolgere di più i giovani nelle nostre/vostre attività?
La nostra è una Pro Loco giovane, ci sentiamo giovani. Ci sono tanti giovani che collaborano con noi e ci aiutano durante le manifestazioni. Semmai per noi il problema è coinvolgere gli anziani.
- Anche in ambito sociale, una necessità molto sentita oggi è quella del “fare sinergia”. La sua Pro Loco in che relazione si pone con le altre associazioni, organizzate o spontanee, che operano nel suo paese? Ha degli esempi da fornire in merito al supporto dato dalla sua Pro Loco alle associazioni o istituzioni del paese?
Come Pro Loco abbiamo la volontà di collaborare con altre associazioni. Ci dobbiamo aiutare, perché altrimenti le associazioni da sole non ce la farebbero. Serve sinergia. Ad agosto, ad esempio, abbiamo organizzato il Borgo dei desideri, che ha richiesto il coinvolgimento di tutte le associazioni del Paese.
- Una trentina di anni fa è stato costituito il Consorzio Pro Loco Q. d. P. Secondo lei, è riuscito a svolgere una funzione importante per favorire le attività delle Pro Loco? Quali aspetti andrebbero rivalutati per renderlo adeguato alla nuova sfida del “dopo Covid”?
Molto utile per tutte le Pro Loco. Forse c’è stato un momento, durante gli inizi della pandemia, in cui è mancato un ordine direttivo per tutti, alcune associazioni non sapevano se potevano organizzare le manifestazioni o no, ma credo che sia dovuto al fatto che nessuno si sarebbe mai potuto immaginare un’evoluzione del genere.