- Questo tempo di attesa provoca in molti un senso di rassegnazione e di scoraggiamento. Nonostante tutto, lei intravede nei suoi collaboratori qualche disponibilità che induca a speranza e ottimismo?
Spero davvero di ritrovare speranza e ottimismo. Dopo questo lungo periodo in cui era difficile anche solo trovarsi, finalmente, il 18 febbraio, faremo una vera riunione in presenza grazie al Comune che ci ha concesso la sala riunioni permettendoci così di rispettare le norme Covid. Ritrovare il gruppo, confrontarci, fare progetti spero sia lo spunto per ripartire con ottimismo.
- Quali sono le iniziative realizzate in passato, divenute tradizionali nel suo paese, che la Pro Loco intende portare avanti non appena ci saranno le condizioni favorevoli?
La festa del patrono e la Mostra dei vini sono senz’altro fondamentali a Refrontolo e sicuramente è nostro obiettivo realizzarle, magari con formule diverse. Del resto, nel 2020, siamo riusciti a organizzare la festa di santa Margherita, in una sola serata, rispettando tutte le regole e coinvolgendo le attività di ristorazione del paese, duramente provate dall’emergenza sanitaria.
Speriamo, poi, che per quanto riguarda la Rassegna nazionale dei vini passiti che si svolge a fine novembre, non ci siano più problemi di sorta…
- Ci sono invece delle manifestazioni che negli ultimi anni sono andate affievolendosi; che, nonostante la loro validità, non registravano più il consenso della gente e che potrebbero essere tralasciate o sostituite da altre iniziative, “progetti” nuovi, anche a lunga scadenza, che la Pro Loco vorrebbe realizzare se ci fossero le energie sufficienti?
Non abbiamo progetti nuovi, anche perché le manifestazioni che organizziamo sono già molto impegnative e coinvolgono già l’intera “forza lavoro” della Pro Loco. L’intenzione, piuttosto, è di lavorare per migliorare quello che già facciamo.
- A suo parere, quali strumenti-metodi si possono utilizzare per coinvolgere di più i giovani nelle nostre/vostre attività?
Devo dire che noi a Refrontolo, pur essendo un paese con pochi abitanti, abbiamo una grande risorsa: il Gruppo Giovani, un’associazione dinamica e molto attiva con la quale collaboriamo in modo molto stretto e con la quale c’è spesso un interscambio generazionale; molti di noi hanno i figli attivi nel Gruppo Giovani e per alcuni di loro diventa naturale passare a far parte delle Pro Loco.
- Anche in ambito sociale, una necessità molto sentita oggi è quella del “fare sinergia”. La sua Pro Loco in che relazione si pone con le altre associazioni, organizzate o spontanee, che operano nel suo paese? Ha degli esempi da fornire in merito al supporto dato dalla sua Pro Loco alle associazioni o istituzioni del paese?
Oltre al Gruppo Giovani, collaboriamo spesso con l’Associazione Molinetto della Croda, con l’associazione Arcobaleno, con gli alpini. Ovviamente se le istituzioni chiamano, noi rispondiamo, per esempio con il Comune collaboriamo ogni anno alla giornata ecologica. La sinergia nella promozione del territorio è essenziale.
- Una trentina di anni fa è stato costituito il Consorzio Pro Loco Q. d. P. Secondo lei, è riuscito a svolgere una funzione importante per favorire le attività delle Pro Loco? Quali aspetti andrebbero rivalutati per renderlo adeguato alla nuova sfida del “dopo Covid”?
Penso che il Consorzio sia stato ed è tuttora un punto di riferimento importantissimo per le Pro Loco, non solo per risolvere i problemi inerenti alla burocrazia ma anche per fare rete tra di noi.
In relazione all’evento tragico che ha segnato duramente la nostra Pro Loco, il Consorzio è stato un aiuto insostituibile, il Presidente non ci ha mai fatto mancare la sua vicinanza, così anche l’Unpli e il presidente Follador.