- Questo tempo di attesa provoca in molti un senso di rassegnazione e di scoraggiamento. Nonostante tutto, lei intravede nei suoi collaboratori qualche disponibilità che induca a speranza e ottimismo?
In realtà, durante tutto questo periodo, abbiamo cercato di coinvolgere i collaboratori delle Pro Loco, non solo nelle attività che abbiamo comunque svolto, sempre nel limite delle restrizioni di legge, ma anche in svariate riunioni on line. In questo modo abbiamo tenuto vivo l’interesse, impedendo a tutti noi di crogiolarsi nell’inattività, stimolando la creatività di tutti per trovare nuove soluzioni.
- Quali sono le iniziative realizzate in passato, divenute tradizionali nel suo paese, che la Pro Loco intende portare avanti non appena ci saranno le condizioni favorevoli?
A dire il vero, tranne la serata di beneficenza che organizziamo ogni anno a novembre, noi abbiamo portato avanti le nostre attività, in modo diverso, ma le abbiamo fatte.
Per esempio la Mostra del Vino, che è senz’altro il nostro appuntamento più importante, è stata fatta attraverso una serie di video, quindici per l’esattezza, (con Veneto Globe, n.d.r.) che raccontavano il territorio, davano spazio alle cantine che solitamente partecipano alla mostra ed esaltano i prodotti delle nostre terre. È stato un investimento economico notevole ma che ha permesso di continuare a perseguire il nostro obiettivo allargandolo, grazie al web: promuovere il nostro territorio.
Per quanto riguarda il 2021 posso già anticipare che la Mostra si farà, non so ancora in che modo, perché dipende molto dall’evoluzione della situazione pandemica. Io ho già un’idea che esporrò in consiglio e spero venga accettata: sarà una forma diversa, più sobria, ma che terrà conto del momento difficile che tutta la società sta vivendo; per questo il mio intento è quello di coinvolgere come al solito le cantine, i sommelier che partecipano solitamente all’evento, ma anche i locali del territorio, riproponendo il connubio tra vini e cibo che ci è tanto caro attraverso i nostri ristoratori.
- Ci sono invece delle manifestazioni che negli ultimi anni sono andate affievolendosi; che, nonostante la loro validità, non registravano più il consenso della gente e che potrebbero essere tralasciate o sostituite da altre iniziative, “progetti” nuovi, anche a lunga scadenza, che la Pro Loco vorrebbe realizzare se ci fossero le energie sufficienti?
Le manifestazioni che organizziamo da decenni continuano a raccogliere consensi e partecipazione, questo non toglie che sia necessario dare spazio a nuove iniziative: soprattutto quest’anno, costretti dall’emergenza sanitaria, abbiamo dovuto pensare a soluzioni alternative che potrebbero aprire uno scenario diverso anche alla fine di questa pandemia. Per esempio, a Natale, abbiamo ideato l’evento “Auguri in musica” in collaborazione con il Cadore, l’Istituto Musicale Benevenuti e Veneto Globe. È stato un appuntamento che non escludo possa ripetersi, che ha portato condivisione e occasione di crescita per tutti coloro che hanno partecipato. La diffusione sui social, poi, da parte di tutte le realtà coinvolte, ha moltiplicato la condivisione convergendo l’attenzione sul territorio. In questo caso, come in quello dei video per la Mostra del Vino, il pubblico potenziale è il mondo…
Del resto la società è molto cambiata negli ultimi anni, a prescindere dalla pandemia: una volta le Pro Loco organizzavano gli eventi per la gente del paese, poi abbiamo iniziato a cercare di coinvolgere anche chi veniva da fuori; ora l’orizzonte si è allargato ancora di più e bisogna prenderne atto.
- A suo parere, quali strumenti-metodi si possono utilizzare per coinvolgere di più i giovani nelle nostre/vostre attività?
Non è facile, una volta si entrava in Pro Loco per tradizione familiare (come nel mio caso) oppure trascinati dagli amici; ora non è più così. Credo che essenzialmente dovremmo cercare di fare ciò che piace a loro, raccogliere le loro proposte e non bocciarle a priori adagiandosi sulla frase tipica che sento dire spesso: “Abbiamo sempre fatto così ed è sempre andato bene”; no, dobbiamo accettare anche i loro consigli, altrimenti non otterremo mai la loro collaborazione.
Non ultimo, dobbiamo imparare a gratificarli, a farli sentire utili, motivarli, insomma.
- Anche in ambito sociale, una necessità molto sentita oggi è quella del “fare sinergia”. La sua Pro Loco in che relazione si pone con le altre associazioni, organizzate o spontanee, che operano nel suo paese? Ha degli esempi da fornire in merito al supporto dato dalla sua Pro Loco alle associazioni o istituzioni del paese?
La collaborazione con le varie realtà del paese è essenziale. Martedì scorso ho avuto un interessante incontro con l’assessore alle associazioni per un progetto di recupero dei percorsi del territorio: noi faremo la nostra parte; in questo, ma anche in tutti gli altri progetti, è importante che ognuno faccia il suo secondo la propria competenza mantenendo fisso l’obiettivo comune: il bene del territorio.
- Una trentina di anni fa è stato costituito il Consorzio Pro Loco Q. d. P. Secondo lei, è riuscito a svolgere una funzione importante per favorire le attività delle Pro Loco? Quali aspetti andrebbero rivalutati per renderlo adeguato alla nuova sfida del “dopo Covid”?
Rispetto molto il lavoro svolto dal Consorzio, è sorretto da un limpido e vero amore per il territorio. Penso che sia giusto continuare a rinnovarsi e a stare al passo con i tempi come sta già facendo: i social, il sito di Eventi Venetando, le varie produzioni video, le app per i percorsi sul telefono, sono da seguire sempre di più… per dire, le bellissime cartine a tema non danno più il risultato che dovrebbero, visti anche gli sforzi economici per produrle.
Il mio consiglio è quello di rafforzare il team delegando e dando autonomia alle persone competenti nei settori di riferimento.