PRO LOCO VIDOR – Renato Tessaro

 

  1. Questo tempo di attesa provoca in molti un senso di rassegnazione e di scoraggiamento. Nonostante tutto, lei intravede nei suoi collaboratori qualche disponibilità che induca a speranza e ottimismo?

Siamo sicuramente speranzosi e ottimisti anche perché abbiamo sempre cercato di tenere vivo il territorio facendo, quando le condizioni lo hanno permesso, delle piccole attività anche in questo periodo. A luglio abbiamo organizzato una manifestazione (Vidoriparte 2020) per cercare di dare un po’ di risalto alle attività e alle associazione del paese e dare modo ai vidoresi di ritrovarsi e fare comunità (sempre nel rispetto delle regole).

 

  1. Quali sono le iniziative realizzate in passato, divenute tradizionali nel suo paese, che la Pro Loco intende portare avanti non appena ci saranno le condizioni favorevoli?

San Giuseppe e l’Assalto al Castello sono le nostre due manifestazioni più importanti. Per San Giuseppe stiamo pensando di fare una festa “in ritardo” e per l’Assalto speriamo davvero di poterlo fare!

 

  1. Ci sono invece delle manifestazioni che negli ultimi anni sono andate affievolendosi; che, nonostante la loro validità, non registravano più il consenso della gente e che potrebbero essere tralasciate o sostituite da altre iniziative, “progetti” nuovi, anche a lunga scadenza, che la Pro Loco vorrebbe realizzare se ci fossero le energie sufficienti?

Più che progetti nuovi, cose diverse a corollario delle manifestazioni esistenti: per esempio, in occasione di San Giuseppe verrà distribuita gratuitamente, a tutti i cittadini, una pubblicazione che abbiamo realizzato sulla vita di don Silvio Celotto, storico parroco del paese.

 

  1. A suo parere, quali strumenti-metodi si possono utilizzare per coinvolgere di più i giovani nelle nostre/vostre attività?

Abbiamo la fortuna di avere molti giovani attivi nella Pro Loco, alcuni anche in consiglio: proprio questi ultimi hanno coinvolto una quindicina di giovani che collaborano alla realizzazione del giornalino Il Castello, che soprattutto in questo periodo si è dimostrato un mezzo importante ed efficace per tenere vivo l’interesse e non perdere l’entusiasmo che ci caratterizza. Sono proprio i giovani, poi, che hanno proposto di cambiare il logo della Pro Loco e hanno realizzato quello nuovo!

 

  1. Anche in ambito sociale, una necessità molto sentita oggi è quella del “fare sinergia”. La sua Pro Loco in che relazione si pone con le altre associazioni, organizzate o spontanee, che operano nel suo paese? Ha degli esempi da fornire in merito al supporto dato dalla sua Pro Loco alle associazioni o istituzioni del paese?

Abbiamo una stretta collaborazione con Casa Maria Adelaide, supportiamo sempre l’asilo, ma in generale cerchiamo di collaborare con l’intera comunità: abbiamo addirittura reso disponibile lo stabile della Pro Loco per le attività sportive dei più giovani. 

 

  1. Una trentina di anni fa è stato costituito il Consorzio Pro Loco Q. d. P. Secondo lei, è riuscito a svolgere una funzione importante per favorire le attività delle Pro Loco? Quali aspetti andrebbero rivalutati per renderlo adeguato alla nuova sfida del “dopo Covid”?

Non posso che dire bene del Consorzio: è un supporto importante per districarsi in una burocrazia che trovo sempre più soffocante. Sul dopo Covid non so che dire, non resta che aspettare come si evolverà la situazione. 

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