In splendida posizione panoramica incastonata tra le colline ed i sottostanti Laghi di Revine sulla strada che da Revine porta a Conegliano. Tarzo, antico capoluogo dell’omonima contea, si trova in un scenario di boschi di castagni, uliveti e vigneti. Per il clima mite e per il dolce paesaggio è un piacevolissimo luogo di vacanza e meta ideale per appassionati di escursioni e sport all’aria aperta. Delle antiche fortificazione restano solo pochi ruderi, rimangono invece ancora oggi alcune Ville, antiche proprietà di famiglie patrizie veneziane del sei-settecento, chiese ed oratori. Numerose sono le possibilità di passeggiate in un ambiente sempre vario, e di escursioni, nelle colline circostanti. Il comune di Tarzo conserva numerose piccole attività artigianali di lavorazione del legno, di produzione di laterizi e di commercio di frutta e verdura. Paese natale di illustri personaggi: Agostino Carbas, Antonio Dal Gobbo, Giambattista Carlo Mondini, Giovanni Tomasi.
It is situated in a splendid panoramic position, set among the hills and the Revine lakes, in the road which leads to Conegliano from Revine. Tarzo, ancient chief town and its namesake county, is located in a scenery of chestnut woods, olive- and wine-yards. For the mild climate and the gentle landscape, the town is a loved holiday place and the ideal destination for who likes excursions and outdoor sport. Only few remains are left of the ancient fortifications, but there are still now some churches, oratories and Villas, ancient proprieties of aristocratic venetian families of Sixteenth-Seventeenth century. There are many possibilities for walks and excursions in the surrounding hills. Tarzo district preserves numerous handicraft activities for wood-, brick-works and commerce of fruit and vegetable. Tarzo is the birthplace of renowned people: Agostino Carbas, Antonio Dal Gobbo, Giambattista Carlo Mondini, Giovanni Tomasi.
Tarzo liegt in einer eindrucksvollen Panoramalage zwischen den Hügeln und den Seen von Revine Lago, direkt über die Straße Revine Lago – Conegliano. Die Ortschaft, die der Hauptort der Grafwirtschaft Tarzo war, ist in einem wunderbaren Szeneriaum von Kastanienwäldern, Oliven-und-Weingärten eingebettet. Dank seinem milden Klima und der sanften Landschaft ist es ein angenehmer Urlaubsort, ideal auch für Ausflugliebhaber und Sportfreunde. Nur wenige Reste der alten Befestigungen sind noch uebrig geblieben, aber man kann heute noch einige Villen, alte Residenzen der venezianischen Adligen des 17. Und 18. Jht., Kirchen und Wallfahrtsorte bewundern. Zahlreiche Wandermöglichkeiten in einer abwechslungsreichen Landschaft und Ausflugsmöglichkeiten in den Hügeln. In Tarzo finden Sie zahlreiche handwerkliche Tätigkeiten fur die Holzverarbeitung, Ziegelproduktion und Handel in Obst und Gemüse. Die Ortschaft ist der Geburtsort von bekannten Persönlichkeiten: Agostino Carbas, Antonio Dal Gobbo, Giambattista Carlo Mondini und Giovanni Tomasi.
Luoghi d’interesse:
Ville Venete a Tarzo
Periodo:
‘600/’700.
Descrizione:
Nel “Catalogo delle ville Venete” ne sono state censite 14 nel Comune di Tarzo. Di seguito ne riportiamo tre esempi con relative descrizioni tratte dal detto catalogo. Villa Grimani-Mondini (attualmente “Albergo ai Pini”, a Tarzo) è una casa seicentesca a pianta quadrata, in posizione panoramica, con bella veduta sui colli circostanti, costruita dai Co. Grimani. Portale d’ingresso ad arco di grossi conci bugnati, ed al primo piano finestra con poggiolo pure ad arco. Ha una piccola scuderia e due terrazze, una delle quali con caratteristico pergolato. Alcuni soffitti alla Sansovino.” Casa Rossi (attualmente abitazione privata, a Fratta) è un “grande edificio seicentesco con 2 corpi di fabbrica ad angolo e adiacenze. Tracce di pittura decorativa nella sala centrale al pianterreno, scialate; sovrapporte con scene pastorali in stucco, pure scialbate. Vari soffitti alla Sansovino. Un caminetto asportato. Barchessa ed archi con sovrastante campaniletto a vela. Cantina con pozzo. Affresco di Madonna con -bambino sulla facciata di una casa adiacente.” Villa Mondini (attualmente Scuola Materna, in Via Roma a Tarzo) è una “modesta costruzione settecentesca.Portale d’ingresso ad arco bugnato e finestra sovrastante, pure ad arco, con stemma gentilizio. All’interno esisteva un grande camino in pietra, a modiglioni con teste scolpite. Soffitti alla Sansovino ed un pozzo chiuso in cucina. Mobili ed oggetti d’arte depredati nella guerra 1915-1918. Stato di conservazione discreto.” Tra le “Ville Venete” non figura l’ ex Villa o Castello Ceschelli, oggi in ristrutturazione, perché costruita in data recente; ma essa presenta delle particolarità, che la inseriscono nella storia di Tarzo. Essa è la maggiore costruzione in paese, occupa pressappoco l’ area di base della chiesa parrocchiale.
Chiesa Arcipretale di Tarzo
Periodo:
XVI° sec.
Descrizione:
La chiesa arcipretale è dedicata alla Purificazione della Beata Vergine costruita a navata unica con ottima acustica che ben si adatta ai concerti. Eretta nel 1597, subì una radicale ristrutturazione nel 1742. Il portale in pietra, opera dei Gerardini di Lago, risale al 1860. La facciata, che imita quella della cattedrale di Vittorio Veneto, venne inaugurata il 5 aprile 1926. All’interno troviamo un bell’organo a due tastiere della ditta A. Pugina di Padova (1911), un coro in legno, altari con preziosi marmi policromi recuperati dalla chiesa di S. Francesco di Conegliano demolita nel 1810, il pavimento in marmo del 1900, una pregevole “Via Crucis” con cornici dorate in legno, la Pala di Cesare Vecellio ed altre opere d’arte. Accanto alla chiesa il caratteristico campanile pendente risalente al 1540 e sopraelevato nel 1722.
La storia:
Da una relazione di Visita Pastorale si sa che l’ attuale chiesa arcipretale fu eretta verso la fine del secolo XVI (anno 1597). Ma solo nel secolo XVIII (1742) venne affidato all’ ingegner Domenico Legati da Conegliano il progetto di congiungere l’ esistente chiesa parrocchiale con le due chiesuole limitrofe del secolo XII-XIII. Nei secoli seguenti venne abbellita con marmi preziosi, affreschi del pittore bellunese G. De Min, quadri (tra cui “Il Natale” di A. Bernardi) ed altri preziosi paramenti.
Note:
Per quanto riguarda la chiesetta originaria una leggenda popolare racconta che durante la celebrazione di uno sposalizio la promessa sposa rifiutasse categoricamente il suo assenso alle nozze con il suo promesso sposo proprio là ai piedi dell’altare. Acceso dalla gelosia e non sopportando tale pubblico affronto, il respinto uccise sul colpo la fedifraga fidanzata, tra la costernazione generale. Consumare un delitto in chiesa è un sacrilegio che ne comporta la sconsacrazione. Ma anche se la chiesa fu riconsacrata, per anni non furono celebrate le sacre funzioni.
Chiesa Arcipretale di Corbanese
Periodo:
XVIII° sec.
Descrizione:
Non se ne conosce l’architetto ma si sa che fu costruita a spese dei sigg. Zornio di Venezia e venne consacrata il 18-2-1748 dal Vescovo Lorenzo da Ponte. La pala dell’altare maggiore e il soffitto (martirio dei SS. Gervasio e Protassio con altri santi contitolari) sono stati dipinti a-fresco dal sig. Gio. Batta Dal Colle, pittore oriundo del Cadore. L’organo è stato costruito dalla ditta De Lorenzi ordinatogli dal Consiglio della Fabbriceria nel 1859. Nel 1943, durante la seconda guerra mondiale, utilizzò l’organo per otto mesi, anche il M° compositore e direttore d’orchestra sinfonica Kraus Elca di Vienna, ebreo e perseguitato politico dai tedeschi, qui accolto e ospitato dall’arciprete Don Antonio Piasentin, al quale dedicò, in riconoscenza, quattro canti sacri di notevole valore musicale. Nel 1928 la chiesa fu decorata dal sig. Salvadoretti da S. Lucia di Piave.
Chiesa di Arfanta
Periodo:
XIV° sec.
Descrizione:
Al suo interno c’era la vasca del fonte battesimale, una delle migliori della diocesi, eretta sotto il governo del Vescovo di Ceneda e Conte di Tarzo Nicolò Trevisan (1474-1498), scolpita in pietra viva, tutta d’un pezzo; ma in epoca recente, essendo rettore di Arfanta pré Zanantonio, essa passò al duomo di Conegliano. Possiede un organo dei fratelli Callido Gaetano e Antonio di Venezia, loro commissionato nel 1800 e già in opera nel 1802. Ha pure una vasta serie d’oggetti sacri antichi d’argento, tra cui una croce astile del ‘400 e una del ‘500, una “pace” del ‘600 e altri aggiuntisi tra il ‘700 e ‘800; tutti diligentemente conservati. Il campanile porta sul fronte della porta d’ingresso la data del 1724. Le campane asportate dal nemico durante l’anno dell’invasione, ritornarono ad Arfanta nel 1921, molto prima di quelle arcipretali di Tarzo e di Corbanese. Perciò resta riconosciuto ad Arfanta il primato d’antichità sulle chiese del Comune.
La storia:
La chiesa parrocchiale nelle sue parti originarie risale al ‘400; non si sa da chi sia stata consacrata. Restaurata nel 1904, nel 1974 sotto la direzione della Soprintendenza di Venezia, è stato rifatto il tetto, tavolandolo sullo stile del ‘400-‘500.
Frazioni: Arfanta, Corbanese.