- Questo tempo di attesa provoca in molti un senso di rassegnazione e di scoraggiamento. Nonostante tutto, lei intravede nei suoi collaboratori qualche disponibilità che induca a speranza e ottimismo?
In questi mesi d’inattività ho cercato comunque di tenere unito il gruppo, mantenendo i contatti anche se solo via telefono, visto che non era possibile fare altro. Credo che nessuno di noi voglia mollare e speriamo di poter ripartire al più presto.
- Quali sono le iniziative realizzate in passato, divenute tradizionali nel suo paese, che la Pro Loco intende portare avanti non appena ci saranno le condizioni favorevoli?
Tutte le manifestazioni tradizionali, Mosnigo in fiore, SS. Pietro e Paolo, la festa della terza età, San Martino, sono tutte attività che continuano a riscuotere consenso e appena sarà possibile ci adopereremo per organizzarle nuovamente.
- Ci sono invece delle manifestazioni che negli ultimi anni sono andate affievolendosi; che, nonostante la loro validità, non registravano più il consenso della gente e che potrebbero essere tralasciate o sostituite da altre iniziative, “progetti” nuovi, anche a lunga scadenza, che la Pro Loco vorrebbe realizzare se ci fossero le energie sufficienti?
Progetti nuovi non ne abbiamo, vorremmo semmai cercare di migliorare sempre di più nelle attività che già svolgiamo. Inoltre stiamo procedendo con dei lavori necessari per i locali della Pro Loco.
- A suo parere, quali strumenti-metodi si possono utilizzare per coinvolgere di più i giovani nelle nostre/vostre attività?
Purtroppo questa è una nota dolente: è sempre più difficile coinvolgere nuove leve. Certo non abbiamo mai difficoltà a reperire “manodopera”, i ragazzi vengono volentieri. Altro è passare il testimone: manca la volontà di tenere vivo lo spirito del paese che per la nostra generazione era una cosa innata. Ricordo che quando organizzavamo i famosi Giochi senza quartiere, il paese intero collaborava, dai più piccoli agli anziani, non solo per quanto riguarda il lavoro, ma anche per idee e organizzazione. Tempo fa abbiamo dato carta bianca a un gruppo di giovani per organizzare un evento, è andata bene all’inizio, poi si sono stufati. Sembra che manchi quello spirito di appartenenza che contraddistingue la gestione di una Pro Loco.
- Anche in ambito sociale, una necessità molto sentita oggi è quella del “fare sinergia”. La sua Pro Loco in che relazione si pone con le altre associazioni, organizzate o spontanee, che operano nel suo paese? Ha degli esempi da fornire in merito al supporto dato dalla sua Pro Loco alle associazioni o istituzioni del paese?
Quando ci è stato chiesto, abbiamo sempre sostenuto le associazioni e le istituzioni del paese: la collaborazione è importante sia per noi sia per loro.
- Una trentina di anni fa è stato costituito il Consorzio Pro Loco Q. d. P. Secondo lei, è riuscito a svolgere una funzione importante per favorire le attività delle Pro Loco? Quali aspetti andrebbero rivalutati per renderlo adeguato alla nuova sfida del “dopo Covid”?
Quello che mi sento di chiedere è più disponibilità concreta, spesso è mancato un contatto fisso che ci desse una mano anche per cose semplici come reperire dei numeri telefonici, dare delle informazioni per trovare un locale adatto a un evento o per l’ingaggio di un gruppo musicale. Immagino che ora, con nuove regole e sempre in divenire, sia ancora più necessario avere un punto di riferimento che ci aiuti a organizzare gli eventi nel migliore dei modi.